Per Jacques Lacan la famiglia umana si separa da quella biologica per quanto poco si rifletta sul sentimento di paternità. Questo dice che la famiglia è un’istituzione, la cui funzione primordiale è quella di una trasmissione.
La psicoanalisi ha mostrato che si tratta della trasmissione della castrazione, un concetto teorico che indica la mancanza simbolica di un oggetto immaginario, il fallo (non l’organo genitale in sé ma un oggetto immaginario che il bambino associa alla madre e al suo desiderio) e la sua funzione regolatrice del desiderio. E’ attraverso la castrazione intesa come interdizione, che il soggetto si confronta con la propria mancanza e accede al linguaggio (legge, cultura).
Il desiderio che anima questa trasmissione non è anonimo, le funzioni incaricate dalla suddetta operazione devono essere incarnate, supportate da qualcuno. Qui entra in gioco la funzione del Nome del Padre, non il padre reale ma simbolico, un significante che svolge un ruolo cruciale nella strutturazione dell’identità e dell’inconscio del soggetto. La funzione paterna è la funzione che introduce la legge, la cultura e l'ordine simbolico, permettendo al soggetto di accedere alla dimensione umana.
In psicoanalisi, il significante (dal francese "signifiant") è un elemento del discorso che rappresenta il soggetto per un altro significante, e non necessariamente il suo significato. Non è definibile in modo univoco, ma è fondamentale nella teoria di Lacan per capire come il linguaggio struttura la soggettività e l'inconscio.
Oggi il padre ha tanti nomi che vengono a sostenere la sua funzione. È la risposta dell’epoca del declino dei sembianti classici del Padre che, nello sganciarsi dalla funzione che supportano, lasciano vacante la suddetta funzione. Lacan ha già segnalato la contrazione della famiglia moderna che, ridotta stranamente a ciò che la biologia esige, concentra l’irriducibile nella trasmissione del desiderio.
Contrazione e declino dei sembianti classici del Padre, due caratteristiche complesse delle nostre famiglie attuali.
Questo padre che non ha nome proprio poiché non coincide con il padre reale, ha funzione di nominazione. Non soltanto di nominare le cose, ma fondamentalmente fare entrare l’ordine simbolico nell’ordine reale secondo il modo che trova di nominare il godimento. Il godimento è un altro concetto lacaniano che sta ad indicare che il nostro corpo non è semplicemente un corpo attraversato da movimenti pulsionali, che gode, bensì si tratta del corpo che “si gode”; ossia non è il corpo che gode del rapporto sessuale ad esempio, non è l’organo che gode, ma è il corpo che gode di se stesso, ed è indicibile, indescrivibile. Questo aspetto del nostro corpo innominabile per natura, rimane innominato nel momento in cui, nelle famiglie moderne, troviamo sempre meno genitori che trascorrono il tempo coi propri figli, che parlano coi propri figli e che ascoltano i propri figli.
I sintomi in quanto manifestazioni corporee sono rappresentanti di questo godimento indefinibile, di questo corpo che gode di se stesso. Se la funzione adibita alla designazione di questo godimento fallisce, lascia un resto, poiché il Padre trova sempre un punto di dimissione, rinuncia, abdicazione; l’inenarrabile del godimento si ripresenta sempre ed inchioda il soggetto ad operare da solo con le modalità del sintomo, dell’inibizione, dell’angoscia e dell’atto.
Dott.ssa D’Acuti Arianna
Psicologa clinica e Psicoterapeuta psicoanalitica Avellino
Psicologa clinica e psicoterapeuta psicoanalitica a Avellino (AV)
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